I vini dell’ovest della Sicilia

Dettaglio

Perdersi tra i sapori della Sicilia è davvero cosa facile. E anche restringendo il campo ai soli vini, il percorso rimane tortuoso e incerto. Non preoccupatevi: ecco qui una bussola per orientarci tra le varie zone DOC (“Denominazione di Origine Controllata”) della Sicilia occidentale. Pronti? Degustiamo!

Che voi arriviate dal nord-est o dal sud o semplicemente vi trovate sulla costa tirrenica prospiciente alle Madonie, la prima tappa di questo tour di degustazione vini è la zona DOC “Contea di Sclafani” o “Valledolmo-Contea di Sclafani”. L’area si estende lì dove si incontrano le province di Palermo, Caltanissetta e Agrigento, avendo come centro ideale i comuni di Sclafani Bagni e Valledolmo.

Qui i vitigni autoctoni siciliani hanno trovato larga diffusione: dal Catarratto quasi in purezza (almeno 95%) viene prodotto il “Contea di Sclafani” o “Valledolmo- Contea di Sclafani” bianco; dal Nero d’Avola (da 0 a 100%) e Perricone (da 0 a 100%) nasce invece il Contea di Sclafani o “Valledolmo-Contea di Sclafani” rosso. Tra un calice e l’altro, non perdete l’occasione di perdervi tra le bellezze naturalistiche del luogo e perché no, di fare anche un caldo bagno termale.

Vi siete ristorati a dovere? Perché le prossime tappe del tour saranno un vero e proprio labirinto di sapori. Preparate le papille gustative: il lembo occidentale della Sicilia conta ben 11 zone DOC, tutte confinanti tra loro (12 con Pantelleria).

Riprendiamo il nostro viaggio a partire dalla zona DOC Monreale, che comprende parte del comune eponimo, ma anche parte di Piana degli Albanesi, Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena. Qui, sotto la denominazione certificata “Monreale” potrete provare una fitta varietà di vini (la denominazione vale se composti dal corrispondente vitigno per almeno l’85%): dai bianchi Inzolia, Catarratto, Grillo, Chardonnay, Pinot bianco, ai rossi Cabernet sauvignon, Nero d’Avola, Perricone, Syrah, Merlot.

L’area DOC Monreale confina a sud con la DOC Contessa Entellina (nel comune eponimo) e a ovest con la DOC Alcamo (parte dei territori di Alcamo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Gibellina, Balestrate, Comporeale, Monreale, Partinico, San Cipirello e San Giuseppe Jato). In entrambe le aree potrete degustare vini creati a partire dai vitigni già citati per la “Monreale”, ma in aggiunta troverete anche vini composti da vigneti non usuali per la Sicilia: come i bianchi Contessa Entellina Fiano e Contessa Entellina Viognier (entrambi in purezza, al 100%) e il rosso Contessa Entellina Pinot nero (minimo 85% del corrispondente vitigno) da una parte; o i bianchi “Alcamo Grecanico”, Alcamo Muller Thurgau dall’altra.

Scendendo più a sud ci imbattiamo in un vero dedalo di aree DOC: Salaparuta, Santa Margherita di Belice, Sambuca di Sicilia, Menfi e Sciacca. Anche qui avrete l’imbarazzo della scelta: oltre ai vitigni già elencati per le altre zone, qui da non perdere sono sicuramente il Santa Margherita di Belice bianco, un blend di Ansonica (30-50%), Grecanico e Catarratto bianco lucido (da soli o congiuntamente, 50-70%) con i suoi riflessi verdognoli e dal sapore vivace; o il “Sambuca di Sicilia passito”, ottenuto da uve Ansonica (minimo 50%); o ancora, dall’area DOC Sciacca il rosso Sciacca Sangiovese, dal gusto pieno e armonico, e il bianco Sciacca Rayana riserva (Catarratto lucido e Inzolia, minimo 80%, congiuntamente o disgiuntamente); dalla zona DOC Menfi il bianco.

Damaschino e i rossi Cabernet Fanc, Alicante Bouchet, Alicante, Petit Verdot e Aglianico (tutti anche in versione Rosato). E per chi ama le bollicine la DOC Menfi vi sorprenderà con le versioni “spumante” di Chardonnay, Grecanico, Chenin Blanc e Moscato Bianco.

Vi gira la testa anche solo a leggerli? Prendetevi una pausa e godetevi le meraviglie che quest’area offre: dalle spiagge lungo la costa, al tempio di Selinunte, fino al Cretto di Burri.

Più a ovest andiamo, più si infittiscono i nomi dei vini che potrete degustare nelle zone DOC Delia- Nivolelli (a sud) ed Erice (a nord). Da provare, tra gli altri, il Delia-Nivolelli Perricone o Pignatello, un rosso dal sapore pieno e tannico costituito da un vitigno originario proprio della Sicilia occidentale (minimo 85%); o l‘Erice Vendemmia Tardiva Zibibibbo (Moscato di Alessandria o Zibibbo minimo 95%) e l’Erice Spumante Dolce (Moscato di Alessandria o Zibibbo minimo 95%).

Finalmente arriviamo alla punta estrema a ovest, e possiamo rendere omaggio al principe dei vini liquorosi d’Italia, con la sua secolare storia: il Marsala. Non a caso è proprio questa la prima zona DOC riconosciuta di tutta la Sicilia, che comprende tutto il territorio della provincia di Trapani, ad esclusione dei comuni di Pantelleria, Favignana e Alcamo. Il Marsala è un vino liquoroso e viene prodotto sia da vitigni a bacca bianca (classificato come “oro” e “ambra” se costituito da Grillo e/o Catarratto e/o Ansonica) che a bacca rossa (“rubino”, con uve Perricone e/o Nero d’Avola). Da bere a fine pasto, certo, ma se state degustando un Marsala Vergine (cioè invecchiato di almeno cinque anni) provate a degustarlo anche all’aperitivo, accompagnandolo a dei formaggi erborinati. Con l’ambra sul palato, godetevi lo spettacolo delle lingue di fuoco che il tramonto dipinge sullo Stagnone.

Concludiamo il nostro viaggio rimettendoci in mare, alla volta della zona DOC Pantelleria. Famoso il suo Passito, certo, ma non perdete l’occasione di assaggiare pure il suo Moscato (anche in versione liquorosa o spumante). Tutti i vini certificati di quest’area sono ottenuti esclusivamente con uve Zibibbo in purezza. Finalmente, dopo un vero e proprio tour de force nel mondo dei vini siciliani d’occidente, inebriatevi della calma dell’isola, completamente circondati dal mare.

Se avete voglia di scoprire nuovi gusti (e se non ci siete già passati) vi aspettano i vini del nord-est e quelli del sud.

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