La Valle del Belice e l’arte contemporanea come visione di un nuovo futuro
Dettaglio
Tra le colline della Sicilia sud-occidentale si estende la Valle del Belice, un territorio che, dopo il devastante terremoto del 1968, è diventato un simbolo di rinascita e rigenerazione. Da quella tragedia è scaturito un processo creativo e culturale unico in Italia: un viaggio tra arte contemporanea, architettura e paesaggio che ha trasformato le cicatrici del passato in un autentico museo a cielo aperto.
Questo itinerario vi condurrà alla scoperta di uno dei più straordinari esempi di dialogo tra memoria e visione, dove artisti, urbanisti e architetti di fama internazionale hanno ridato forma e significato a una terra ferita, rendendola oggi uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia.
Grazie all’impegno di figure illuminanti come Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina negli anni Settanta, la Valle del Belice è oggi una delle aree a più alta densità di arte e architettura contemporanea in Italia. Installazioni monumentali, musei, piazze e opere di land art raccontano la storia di una comunità che ha saputo reinventarsi.
Gibellina Nuova e il museo a cielo aperto
Il percorso ha inizio a Gibellina Nuova, facilmente raggiungibile dall’Autostrada A29 Palermo – Mazara del Vallo. Ad accogliere il visitatore è la maestosa Stella di Pietro Consagra, simbolo d’ingresso alla “nuova” città. Qui si incontrano opere architettoniche iconiche come la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, la Piazza del Municipio di Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà, e il sistema urbano progettato da Franco Purini e Laura Thermes.
Da non perdere il MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina, con oltre 2.000 opere di artisti italiani e internazionali, tra cui Carla Accardi, Arnaldo Pomodoro, Mario Schifano e lo stesso Consagra. L’intera città si configura come un museo diffuso, in cui le opere dialogano con l’ambiente urbano.
Il Grande Cretto: memoria e land art
A pochi chilometri, nel sito dell’antica Gibellina distrutta dal sisma, si trova una delle più imponenti opere di land art al mondo: il Grande Cretto di Alberto Burri. Realizzato a partire dal 1984, questo monumento di arte ambientale copre le rovine del vecchio centro abitato con colate di cemento bianco, trasformando i resti in un luogo di memoria, silenzio e riflessione.
Salaparuta e Poggioreale: città nuove e arte pubblica
Proseguendo verso est, si incontrano i nuovi centri di Salaparuta e Poggioreale, ricostruiti a seguito dell’abbandono dei borghi originari. A Salaparuta spicca Piazza Ricostruzione, progettata da Francesco Venezia, e un’architettura razionalista che caratterizza l’intero abitato.
A Poggioreale Nuova, l’arte contemporanea si manifesta con Piazza Elimo di Paolo Portoghesi, che riprende la forma dell’agorà greca. Accanto, l’ex autostazione – oggi spazio espositivo – ospita un suggestivo presepe in vetro di Murano firmato Pippo Madè. Completano il paesaggio urbano la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e un edificio contemporaneo di Purini e Thermes, autentici esempi di dialogo tra architettura e paesaggio.
Santa Margherita di Belice e Montevago: tra letteratura e street art
Attraversando il confine con la provincia di Agrigento, si giunge a Santa Margherita di Belice, la città del Gattopardo. Qui è possibile visitare il Museo della Memoria, allestito nella navata superstite della Chiesa Madre, che conserva il ricordo del sisma. Poco distante, a Montevago, il “Parco delle rovine” è oggi un luogo dedicato all’arte urbana, con murales e installazioni che reinterpretano il passato.
Partanna, Santa Ninfa e Salemi: architetture e nuovi spazi urbani
Rientrando nel trapanese, Partanna e Santa Ninfa conservano esempi significativi di architettura razionalista e religiosa, come la Chiesa Madre progettata da Paolo Di Stefano. Ultima tappa, Salemi, uno dei Borghi più Belli d’Italia, dove il progetto di Alvaro Siza e Roberto Collovà ha trasformato i ruderi della Chiesa Madre nella nuova Piazza Alicia, un potente dialogo tra passato e presente.
Informazioni utili
🧭 Questo itinerario si snoda tra più comuni della Valle del Belice e può essere percorso in auto in più giorni. Si consiglia di pianificare le tappe in base agli orari di apertura di musei e spazi espositivi.
🚧 Nota importante sulla sicurezza: alcune aree, come i centri storici abbandonati e i parchi delle rovine, possono presentare zone pericolanti o soggette a limitazioni d’accesso. Si raccomanda la massima prudenza, il rispetto dei divieti e, se possibile, di affidarsi a guide locali abilitate per una visita in sicurezza e più completa.
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LOCALIZZAZIONE
DURATA
2 giorni
Distanza
Difficoltà
Categorie
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