Sei proprio un Giufà!

Dettaglio

Dare del Giufà a qualcuno equivale a definirlo uno sciocco

Ma chi è Giufà? Giufà è il fessacchiotto siciliano per eccellenza. Le storie che lo vedono protagonista, tramandate oralmente di generazione in generazione attraverso i cunti dei cantastorie, si diffusero in Sicilia già sotto la dominazione araba. Scrittori e studiosi hanno iniziato a consegnarle alla tradizione scritta solo dal secolo scorso.

Questo baldanzoso giovanotto, ingenuo e attira guai ma creativo e baciato dalla fortuna, è la caricatura tipizzata di tutti i bambini siciliani. Camuffa l’ignoranza dietro frasi fatte prese in prestito dagli adulti, combina un guaio dopo l’altro ma inaspettatamente riesce sempre a cavarsela. La sua carica comica trionfa anche nelle situazioni di maggiore tensione narrativa.

Al palermitano Giuseppe Pitrè, padre della demopsicologia e fondatore del Museo Etnografico Siciliano a Palermo, si deve la più grande raccolta sistematica di tutto il patrimonio folklorico della Sicilia, inclusa la raccolta e trascrizione di tutte le storie popolari incentrate sul personaggio di Giufà. 

Tra le avventure più famose di Giufà, come quella della porta “tirata” o l’incontro con i briganti, ritroviamo quelle che fanno parte del filone delle Truvature, che si sviluppano intorno al tema del ritrovamento inaspettato di un tesoro nascosto. Si pensa che l’origine di queste storie sia legata a reali ritrovamenti di tesori (la cui esistenza era ignota persino agli eredi), seppelliti dagli avi durante invasioni o razzie, e poi dimenticati. Questa credenza risulta tutt’altro che improbabile, se si pensa che fin dalla notte dei tempi la vita degli abitanti dell’isola è stata “turbata” dalle dominazioni di diversi popoli. Celebri sono le truvature diffuse per tutta la Sicilia, come nel catanese (a Randazzo e Castiglione di Sicilia), nel palermitano (a Monreale e Contessa Entellina), nel messinese (Monte Scuderi), nel siracusano (Marzamemi).

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