Parchi Archeologici del Siracusano
Dettaglio
Chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi tra le rovine di un’antichissima e millenaria capitale… Adesso, apriteli: la realtà supera anche l’immaginazione, qui a Siracusa. Fondata da coloni corinzi nel 733 a.C. la città divenne così importante che Tucidide, per datare le fondazioni delle altre città siceliote, utilizzava la data di fondazione di Siracusa come termine di paragone (come noi usiamo la nascita di Cristo). Siracusa, fu, in un certo senso, la capitale greca del Mediterraneo occidentale, anche in epoca ellenistica e poi bizantina. Subirà un inarrestabile declino nel momento in cui gli Arabi, conquistata tutta l’isola, erigeranno a capitale un’altra città, sul Tirreno: Palermo.
Sul territorio della provincia di Siracusa troviamo ben due Parchi Archeologici. Pronti per scoprirli?
Cominciamo dal Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro.
La prima tappa è obbligatoriamente il Parco Archeologico di Siracusa, che comprende la parte settentrionale del quartiere della Neapolis, uno dei cinque che componevano Siracusa in età greca e romana, in cui troviamo i monumenti più famosi della città: il teatro greco (in cui dal 1914 si rappresentano di nuovo, grazie all’INDA, le antiche tragedie e commedie), l’anfiteatro romano, l’ara di Ierone II (un grandioso altare per i sacrifici pubblici). A questo straordinario complesso di monumenti fa da fondale lo scenografico arco delle latomie del Paradiso e di Santa Venera: antiche cave di pietra in cui si aprono, immersi in una rigogliosa vegetazione di aranci e alberi secolari, suggestive ed enormi grotte, fra cui la Grotta dei Cordari e l‘Orecchio di Dionisio. Quest’ultima fu battezzata con questo nome da Caravaggio, in visita nel ‘600, per la sua particolare forma ad orecchio d’asino. Nota è la leggenda secondo cui il tiranno Dionigi usava rinchiudere i suoi nemici all’interno della grotta per ascoltarne dall’alto, non visto, i discorsi, amplificati dalla cavità. L’estremità orientale del parco a ridosso della latomia di Santa Venera, si conclude con un agglomerato roccioso, costituito da una serie di camere sepolcrali tra le quali è la cosiddetta “Tomba di Archimede”. Prendetevi tutto il tempo necessario per questo vertiginoso viaggio nell’antichità.
Passiamo ora alla seconda tappa obbligata, sempre nella città di Siracusa: il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi. Tra i più grandi musei europei per estensione degli spazi espositivi, è unico nel suo genere, perché racchiude i risultati delle ricerche nel territorio dalla fine del ‘700 in poi. Al piano terra, oltre all’Auditorium, sono i magazzini, il gabinetto di restauro, quello grafico e fotografico e il Medagliere con le prestigiose collezioni di numismatica, tra le più famose al mondo. Al primo piano si trova il percorso espositivo relativo alla preistoria e protostoria della Sicilia Orientale, quello dedicato alle colonie greche della medesima area e il settore dedicato alle sub-colonie di Siracusa; poi Gela e Agrigento. Qui si custodisce anche lo scheletro di un animale preistorico estinto: l’elefante nano (alto circa un metro e mezzo). Secondo alcuni la leggenda dei Ciclopi sarebbe nata proprio da questi animali: gli antichi viaggiatori del Mediterraneo, trovando questi teschi con un enorme buco in fronte (quello della proboscide, per intenderci) dovettero pensare ad esseri giganti con un occhio solo!
Usciamo ora dalla città e dirigiamoci di pochi km verso est. Il primo sito d’interesse che incontriamo è il Ginnasio romano, lungo la via Elorina, l’antichissimo tracciato che raggiungeva la subcolonia di Eloro. Continuando sulla stessa via, a 3 km da Siracusa, troviamo i resti del tempio di Zeus Olimpio: da qui si ha una completa veduta del Porto grande, delle saline, di Ortigia e del Plemmirio. Del tempio si conservano il basamento e due colonne (su diciassette). Proseguendo ancora verso est, entrando nel territorio di Noto, arriviamo alla Villa del Tellaro: una grande villa romana di età tardo imperiale, sulla sponda destra del fiume Tellaro, ricca di complessi e coloratissimi mosaici (IV sec. d. C.), tra cui la rappresentazione della scena del riscatto del corpo di Ettore e altre scene di caccia.
Da Noto, dirigiamoci ora verso Nord, in direzione di Palazzolo Acreide. Ad ovest della splendida cittadina barocca si trova l’area archeologica di Akrai, la più antica delle subcolonie di Siracusa (secondo Tucidide), fondata nel 664 a. C. L’area è dominata dalla presenza del teatro, del bouleuterion, risalenti al II sec a. C., e di un probabile edificio termale con sala centrale a pianta circolare; sull’acropoli, rimangono le fondazioni di un tempio arcaico della seconda metà del VI sec. a. C., identificato con il tempio di Afrodite. In età paleocristiana fu aperto un complesso di catacombe e ipogei funerari alle pareti delle latomie di età classica (Intagliata e Intagliatella). Allontanandoci dall’acropoli e scendendo lungo il versante meridionale del Colle Orbo, si trovano poi i cosiddetti “Santoni”, un santuario del III sec. a. C. dedicato al culto della dea Cibele, caratterizzato dalla presenza di grandi sculture rupestri. Se vi siete innamorati di questa cittadina così ricca di storia e completamente immersa nella natura, non perdete l’occasione, tra una passeggiata e l’altra, di visitare Palazzo Cappellani, dove è allestito il Museo archeologico che raccoglie reperti provenienti da Akrai, Kasmene e Leontinoi.
Tornando ora a nord di Siracusa, vicino alla frazione Belvedere, è possibile vedere i resti di una possente fortificazione: il castello Eurialo, che chiudeva l’unico accesso di una delle più straordinarie cinte murarie del mondo greco, lunga più di 27 km. Continuiamo ancora verso nord, per raggiungere la Necropoli di Pantalica, Patrimonio Unesco insieme alla città di Siracusa: una monumentale necropoli protostorica (e non solo) in cui poter godere anche della natura più incontaminata.
Continuando verso nord, lungo la costa ionica, entriamo nella giurisdizione del Parco Archeologico di Leontinoi. La prima tappa utile è l’area archeologica di Megara Hyblea, ad Augusta (SR). Città fondata dai greci di Megara Nisea nell’VIII sec. a. C. è, insieme a Lentinoi, una delle più antiche fondazioni greche in Sicilia. Oggi gli scavi di Megara Hyblea hanno un’importanza fondamentale perché è possibile leggere il primo impianto di una città greca d’Occidente e la sua pianificazione urbanistica. A poca distanza, leggermente verso l’interno, tra i comuni di Carlentini e Lentini, si trova la vicina area archeologica di Leontinoi. Il sito, abitato fin dall’età neolitica fu colonizzato da greci calcidesi nel 729 a. C. I reperti del luogo sono ora custoditi nel Museo Archeologico di Lentini (SR), che si compone di più livelli espositivi, con una narrazione museologica che va dalla protostoria fino all’età medievale, passando per i rinvenimenti subacquei di Contrada Castelluccio. Infine, allontanandoci ancora un altro po’ verso l’interno, potremo visitare l’ultima tappa di questo itinerario: il Monte San Basilio. Un colle dalla posizione strategica, in cui sono stati ritrovati i resti di un santuario greco-arcaico, nonché quelli di un imponente muro i cinta di età classica che confermano il ruolo militare di questa fortificazione, identificata con l’antica Brikinnia.
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