Aidone

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Se ti trovi in provincia di Enna, pianifica una gita fuoriporta ad Aidone. Ne vale assolutamente la pena!

Passeggiando tra le strette vie del centro storico, tra palazzi e chiese, arriviamo sul punto più alto del paese dove giacciono i ruderi di una poderosa fortezza costruita dagli Arabi, avamposto e punto di osservazione. Fu fortificata e trasformata in castello. Oggi i resti del Castellaccio sono un ammasso informe di rovine circondate da un panorama bellissimo sulla vallata.

Scendendo in via Roma incontriamo la Chiesa di San Domenico o San Vincenzo Ferreri, dalla caratteristica facciata in bugnato a punta di diamante del XV sec., e la Chiesa di S. Anna del XVII sec. che conserva il Crocifisso ligneo attribuito a Fra’ Umile da Petralia.

Ad Aidone è famoso il pellegrinaggio votivo e la Festa di San Filippo Apostolo. La notte precedente il primo maggio centinaia di persone si riuniscono per venerare il santo nero, San Filippo. Il pellegrinaggio si conclude nella Chiesa di S. Maria La Cava, in piazza Cordova, dominata dalla Torre Adelasia risalente al periodo normanno. Se vuoi scoprire l’Isola in modo alternativo ma non meno intenso, scopri i sentieri che ti permetteranno di conoscere la Sicilia più spirituale.

Continuiamo a visitare Aidone e ci dirigiamo al Museo Archeologico che si trova all’interno del plesso dell’ex convento dei Cappuccini (XVII sec.). L’annessa Chiesa di San Francesco è attrezzata ad auditorium al servizio del museo. Nelle sale del museo troviamo ceramiche, cocci a forma di corno e utensili in pietra e osso, vasi dei Morgeti, i fondatori di Morgantina, che testimoniano la presenza ellenica. Nella sala Serra Orlando troviamo i busti di Persefone e gli ex voto di una cultura che venerava Demetra, Persefone, Afrodite, Hermes.
Di enorme valore sono gli argenti di Morgantina, gli acroliti e la statua della Dea alla quale è dedicata un’intera sala.

Scolpita tra il 425 a.C. e il 400 a.C., ha subito varie vicissitudini: agli inizi degli anni ’80 giunse in Svizzera e successivamente fu acquistata dal J. P. Getty Museum di Malibù. Lungamente contesa e ampiamente ammirata, dal Paul Getty Museum è tornata nel suo luogo di appartenenza.

La statua della Dea è alta 2,24 metri, un corpo molto armonioso ed evidente sotto il panneggio. Per le parti nude del corpo – viso e braccia – è stato utilizzato marmo bianco dell’isola di Paro. È evidente l’effetto bagnato della veste sul torso, mettendo in risalto i lineamenti del corpo e il ricco panneggio a formare ampie pieghe. Gli studiosi riconoscono in questa statua, nota anche come Dea di Morgantina, la rappresentazione di Demetra o Kore.

E ancora, la splendida Testa di Ade o Barbablù è una testa in terracotta policroma di età ellenistica, raffigurante molto probabilmente il dio greco degli Inferi Ade e proveniente dalla contrada San Francesco Bisconti a Morgantina.

Il sito archeologico di Morgantina è tutto ciò che è tornato alla luce dell’antica città sicula e greca nel territorio di Aidone. La città fu riportata alla luce nell’autunno del 1955 dalla missione archeologica dell’Università di Princeton (Stati Uniti). Gli scavi consentono di seguire lo sviluppo dell’insediamento per un periodo di circa un millennio, dalla preistoria all’epoca romana.

L’area più facilmente visitabile conserva resti dalla metà del V alla fine del I secolo a.C., il periodo di massimo splendore della città.

Gli scavi hanno riportato alla luce l’Agorà, il Teatro e l’intera città con i quartieri residenziali, con la strada lastricata e le fornaci per la produzione delle ceramiche.

I primi di agosto si assiste aMorgantina rivive”, manifestazione culturale realizzata dall’ ArcheoClub di Aidone. I luoghi di Morgantina, l’agorà, le abitazioni, il macellum, la boulè, si animano raccontando la vita della polis e le attività più significative. In ogni edizione si tratta un tema specifico, partendo da molto lontano nel tempo e mantenendo stretti legami con il presente. Vengono così rievocati, anche con l’accompagnamento di brani classici, riti e miti locali.

Tra i prodotti tipici, da non perdere la cicerchia, un legume tipico utilizzato per dolce e salato.

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