Gangi
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Gangi
Gangi, piccolo paese che sorge su di un promontorio in provincia di Palermo, è diventato famoso in tutto il mondo dopo la nomina a borgo più bello d’Italia. Tra i più rinomati e attesi eventi dell’Isola, l’allestimento del meraviglioso presepe vivente, che attira migliaia di turisti.
È un piccolo gioiello ricco di testimonianze storiche e di tradizioni che trova le sue origini nella mitica città di Engyon, che, secondo leggenda, fu fondata dai Cretesi vicino alla fonte d’acqua omonima.
Poco fuori dall’abitato, costruito nel folto reticolato di trazzere limitrofe, ecco il Santuario dello Spirito Santo che porta con sé la leggenda della miracolosa effige del Padre Eterno dipinta su un masso ritrovata da un contadino, oggi posta all’interno di una nicchia dell’edificio in stile barocco. Addentrandosi per le vie del paese la Torre dei Ventimiglia, famiglia signorile nota in epoca medievale, costruita in diverse fasi a causa dei continui cedimenti strutturali che, si racconta, provocassero le ire del Conte Ventimiglia. Leggenda a parte, la torre presenta uno stile raffinato: è suddivisa in tre ordini e sormontata da un orologio settecentesco, inglobato alla Chiesa di San Nicolò, il duomo di Gangi. Questa chiesa, voluta dai Cavalieri Gerosolimitani, ospita le opere dello Zoppo di Gangi, noto artista locale e autore di molte altre opere sparse nei paesi vicini. L’identità dello Zoppo rimane ancora oggi misteriosa.
Da scoprire i due palazzi nobiliari: Palazzo Sgadari, che prende il nome da una delle famiglie più importanti del paese, oggi custodisce le sale del Museo Archeologico, ricco di reperti ritrovati in zona, la Pinacoteca Gianbecchina, il Museo delle Armi e infine il Museo Etnoantropologico, piccolo gioiello che espone oggetti del ciclo del pane e della pastorizia parte integrante dell’economia del borgo.
L’altro palazzo è il vicino Palazzo Bongiorno: ed ecco la nobiltà architettonica settecentesca di Gangi in tutto il suo splendore estetico! Residenza della famiglia Bongiorno, il palazzo fu un importante centro di cultura. Il suo aspetto è contraddittorio: l’esterno è ruvido, grezzo, realizzato in pietra viva, con balconi in ferro battuto, l’interno invece è un vero e proprio tripudio di soffitti, pareti stuccate e affrescate secondo lo stile barocco e neoclassico.
Arrivando alla sommità dell’abitato ecco elevarsi il Castello nato come residenza dei Signori Ventimiglia ed esempio di architettura tardo medievale.
Molti i cibi da provare durante le varie festività. A Pasqua è consuetudine consumare u fasciddatu, tipo di pane il cui impasto è realizzato con acqua, semola, lievito naturale e lievito di birra: la forma a cerchio decorata di 45/50 cm è lavorata manualmente e raggiunge il peso di 2 Kg. Per la festa di S. Isidoro è d’obbligo l’assaggio del latte appena munto e dei taralli, dolci tipici gangitani, fatti con uova, zucchero e farina. A Natale la tradizione impone la cucchia, un dolce in pasta frolla ripieno di mandorle, uva passa e fichi secchi.
In autunno, in occasione della vendemmia si consumano i mastazzola, dolci di zucchero, farina e mosto bollito. Nel periodo dei fichidindia vengono consumati i mastacuttè, dolci di farina, zucchero e succo di fichidindia.