Geoparco Rocca di Cerere

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Il Geoparco è un universo a sé, un altro dei volti della Sicilia e al tempo stesso il suo cuore pietrificato.

Il Geoparco Rocca di Cerere si estende per un’area di oltre 1.200 km quadrati, abbracciando i comuni della fascia centro meridionale della provincia di Enna e parte delle aree naturali protette della stessa zona.

Il termine Geoparco ci fa pensare a un parco dedicato alla terra. In realtà dietro a questa parola c’è il legame tra la geologia e le ricchezze culturali delle città, le storie millenarie, le popolazioni e i patrimoni insospettabili, come la profonda ed antica unione tra la geologia e il mito delle divinità legate alla terra, Demetra-Cerere e Kore-Persephone.

È stato chiamato Rocca di Cerere in ricordo dell’area in cui sorgeva il recinto sacro delle divinità: la cima più alta del monte sul quale sorge Enna, da dove i sacerdoti officiavano le cerimonie sacre. La vista spazia su una terra che acquista, di volta in volta, il giallo del grano, il verde dei boschi di querce, l’argento degli ulivi e l’ocra dorato delle cittadine medievali, arroccate sulle cime.

Ma cos’è il geopark? Partiamo dalla sua geologia, testimonianza di una catastrofe geoclimatica che avvenne nel Mediterraneo di 5 milioni e seicentomila anni addietro. Allora il mare, rimasto privo di collegamenti, sia ad Est con l’Oceano Indiano che ad Ovest con l’Atlantico, entrò in una crisi che lo portò velocemente ad evaporare, lasciando al suo posto un’immensa voragine, nel cui fondo si erano accumulati tutti i sali che prima erano sciolti nelle acque del mare. Di quei giganteschi cumuli di sale, le evaporiti messiniane, la Sicilia conserva le più vistose rappresentazioni. Montagne di calcare bianco di disparate forme, gigantesche coltri di gesso, a volte cristalline, e depositi salini.

Questa geologia, non solo è una nota praticamente unica nel panorama mondiale, ma è stata il filo narrativo della storia dell’uomo in questi territori.

Le evaporiti sono le rocce dalle quali l’uomo ha estratto il sale, primissima merce di scambio, usato per la conservazione del caseificato e di tanti frutti della terra. E poi lo zolfo, la luce degli inferi personificata dalla sua regina e dea Persephone, estratto già nell’età del bronzo, che fu merce di scambio con gli egizi e le popolazioni orientali delle isole greche e nota importante nell’economia dell’entroterra siciliano fin quasi al XX secolo.

Lo zolfo motivò la fondazione di nuovi paesi, l’apertura di nuove strade e ferrovie, legandosi anche alla lunga e dura epopea dei “carusi di pirrera”, i protagonisti della letteratura siciliana moderna dei grandi autori Verga e Pirandello, con i loro personaggi di Rosso Malpelo e Ciaula.

Quindi geologia che diviene tutt’uno con la vita della gente, ma anche geologia che si fa divinità: la Rocca di Cerere è la stessa immensa roccia che guarda i suoi campi dall’alto, la dea terrena che diviene agricoltura.

Visitiamo i luoghi più salienti di questo grande Geoparco, uno dei maggiori d’Europa: il grande Parco minerario di Floristella,  il vicino Lago di Pergusa, riserva naturale e luogo del ratto mitico della giovane Kore, la stessa Rocca di Cerere con i resti dell’acropoli antica e dell’immenso castello medievale di Lombardia, le Riserve Naturali della Valle dell’Imera a Capodarso, dei Boschi di Rossomanno con l’area archeologica e gli affascinanti pupi ballerini, sculture naturali di roccia arenaria o, ancora, la Riserva del Monte Altesina, il punto di congiunzione dal quale gli arabi fecero partire la divisione nei tre Valli, Val di Noto, Val di Mazara e Val Dèmone.

Nell’area molte città sorsero per volere di prìncipi e tiranni che avevano bisogno di braccia per lavorare le terre. Così attorno a una rupe, si scorge Calascibetta, abitata sin dall’età del rame, quasi un simbolo della preistoria siciliana, poi rifondata dagli arabi, come risulta evidente dal suo nome.

E infine i centri storici, alcuni sconosciuti ma ricchissimi di testimonianze, dalle antiche Enna ed Assoro, alle medievali Aidone, e Piazza Armerina, alle città di fondazione Valguarnera, Villarosa, Nissoria e Leonforte.

Per la straordinarietà del suo patrimonio geologico, l’intera area protetta del Geoparco Rocca di Cerere è stata individuata nell’anno 2015 dall’UNESCO tra i dieci Geoparchi mondiali istituiti in Italia.

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